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"Siamo stati svegliati dagli spari", Mary-Juan, una donna sud-sudanese di 32 anni, residente nel campo rifugiati di Imvepi in Uganda
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Nel 2017, Mary-Juan si è unita a migliaia di altri profughi per iniziare una nuova vita in Uganda, fuggendo da un Paese dilaniato da una guerra civile, che non poteva regalarle altro che morte. Ora vive nel campo rifugiati di Imvepi in Uganda, occupandosi da sola di dieci bambini di un'età tra gli 1 e 13 anni, sei dei quali suoi.

Nel gennaio 2020, durante una visita alla madre nel villaggio di Kariwa in Sud Sudan, è stata svegliata la notte dal rumore degli spari. I militari stavano sparando senza sosta sul villaggio e le case: sfortunatamente, due proiettili hanno trapassato la gamba sinistra di Mary-Juan. Dopo diversi viaggi a vuoto, è stata trasportata all'ospedale regionale di Arua, in Uganda, ma la ferita alla gamba era così grave che non è stato possibile fare altro che amputarla.

Oggi, Mary-Juan ha riacquistato una speranza, perché - durante una missione di formazione per tecnici ortopedici - le è stato detto che le sarà donata una gamba artificiale che le permetterà di camminare di nuovo e di provvedere quindi ai suoi bambini.
Jaun e 74 rifugiati del Sud Sudan sono i beneficiari del progetto di assistenza di SwissLimbs insieme alla Fondazione AVSI Uganda.
Il progetto mira a migliorare la qualità di vita dei rifugiati sud sudanesi che vivono con disabilità fisiche nei vari campi profughi in Uganda, attraverso la fornitura di ortesi, protesi e altri mezzi ausiliari.

Nel 2021, SwissLimbs prevede di creare un nuovo centro riabilitativo proprio nel cuore di uno dei più grandi campi profughi al mondo, al fine di sostenere le persone a vivere una vita sana e produttiva.
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